Lingua, Deglutizione e Respirazione

Deglutizione

La deglutizione è il meccanismo che permette il passaggio del cibo, trasformato in bolo alimentare con la masticazione, dalla bocca allo stomaco, oltre che della saliva. Meccanismo che ripetiamo oltre duemila volte al giorno. È un meccanismo vitale molto complesso per le numerose parti del corpo che contribuiscono al suo corretto andamento e non deve interferire con la corretta respirazione.

La difficoltà a deglutire è definita “Disfagia”, ed è per lo più causata da malattie neurodegenerative e non è questa la sede per trattare queste patologie, dove comunque sono sempre un valido aiuto tecniche di riabilitazione della postura per recuperare il riflesso faringeo e migliorare il funzionamento del sistema.

Le difficoltà di deglutizione che riguardano lo gnatologo dipendono da altre cause: un allattamento al seno materno troppo prolungato, succhiare il pollice e/o il ciuccio per troppi anni, onicofagia (mangiarsi le unghie), adenoidi ipertrofiche, otiti ricorrenti, dismorfosi delle ossa craniche che producono disallineamento del viso e/o dei denti, frenulo sottolinguale troppo corto che non permette alla lingua di schiacciarsi sul palato, abitudini che producono movimenti non funzionali alla deglutizione adulta iniziate da bambini, rapporto tra mascella e mandibola non organico, serraggio o digrignamento dei denti (bruxismo), e altre cause biomeccaniche o legate allo stress. In questi casi preferiamo parlare di “Deglutizione Atipica o infantile”.

Il neonato durante la deglutizione del latte materno tiene la lingua in modo da riempire la bocca invadendo anche le creste mascellari e mandibolari ancora edentule. Riesce a tenere la bocca chiusa attraverso la contrazione delle labbra e delle guance fra la lingua e il capezzolo della madre, producendo così il vuoto interno necessario per la deglutizione. Successivamente imparerà a deglutire a labbra chiuse.

Dopo il periodo di svezzamento, con la comparsa dei denti decidui, la lingua trova collocazione all’interno delle arcate e si posiziona contro il palato. Per deglutire solleva la mandibola per portare i denti a contatto, chiude la labbra e spinge la lingua contro palato. La perfetta combinazione e sincronismo di questi movimenti sono la chiave della corretta deglutizione, se uno solo di questi movimenti è compromesso da vizi o abitudini entriamo nella patologia della deglutizione atipica e deve essere risolta prima possibile. La migliore soluzione per il bambino è la prevenzione eliminando a monte le cause descritte sopra, altrimenti dai tre anni in su, a tutte le età, è necessaria una terapia adeguata. Il trattamento è multidisciplinare e oltre lo gnatologo spesso coinvolge il logopedista, l’otorinolaringoiatra, il fisioterapista, l’osteopata o altro operatore a seconda del caso.

La deglutizione atipica può avere serie conseguenze estetiche e funzionali: denti troppo sporgenti, mandibola arretrata, profilo compromesso, respiro compromesso, masticazione e digestione compromesse, seri squilibri posturali.

Respirazione

Respirazione Diaframmatica

Il diaframma è un muscolo a forma di cupola triangolare leggermente appiattita che divide la cavità toracica da quella addominale e ha un ruolo fondamentale nella respirazione, attraverso la sua contrazione e rilassamento assicura una respirazione corretta e profonda. Quando inspiriamo il diaframma si contrae e si abbassa e permette ai polmoni di distendersi e incamerare più aria e la pancia si gonfia, durante l’espirazione si rilassa e risalendo spinge i polmoni verso l’alto migliorando lo svuotamento, e la pancia si sgonfia. È opportuno, sia nel bambino sia nell’adulto, controllare questo sincronismo durante l’atto respiratorio con la mano sulla pancia, se non accade o peggio è invertito, è il caso di fare un accertamento.

La respirazione diaframmatica è la respirazione naturale, la più fisiologica, purtroppo, spesso per ansia, tensioni, fretta, stress e altre condizioni legate all’ambiente la nostra respirazione diventa toracica, non fisiologica e riduce la capacità di inglobare tutto l’ossigeno che i polmoni possono contenere fino al 30% compromettendo il nostro stato psico-fisico. Questa condizione non fisiologica è piuttosto comune nell’era moderna e colpisce buona parte del genere umano. I distretti maggiormente interessati dal blocco del diaframma sono: i muscoli inspiratori accessori (Sternocleidomastoideo, gli scaleni, piccolo e grande pettorale, il gran dentato, il gran dorsale, l’elevatore della scapola, il trapezio) e poiché la maggior parte di questi muscoli si inserisce sul collo e, non potendo svolgere il loro compito correttamente, possono provocare cervicalgie e dolori diffusi in zona cervicale.

Il diaframma, attraverso legamenti, è in connessione con il cuore e il colon ed è attraversato dall’aorta, l’esofago e la vena cava inferiore. Ulteriori disturbi possono comparire nella digestione, nella fonazione, ginecologici per la connessione con il perineo e alla zona lombare

Con il blocco del diaframma perdiamo molti dei vantaggi che il suo movimento comporta: la stimolazione dei linfonodi e l’aiuto al sistema linfatico, la stimolazione del nervo vago che gioca un ruolo importante nell’assorbimento dei nutrienti attraverso la digestione, l’attivazione dei meccanismi di rigenerazione cellulare, scarico della tensione dei muscoli del collo, delle spalle e dell’area cervicale consentendo un buon controllo della postura.

Quindi, sbloccare il diaframma è necessario per ricreare una condizione di benessere psicofisico, cioè: benessere muscolo scheletrico, neuro muscolare, viscerale ed emotivo. La respirazione non corretta compromette seriamente l’apparato stomatognatico compresa la dentatura, la postura, i muscoli profondi non vengono stimolati, quelli superficiali per compensare si contraggono, la colonna vertebrale entra in sofferenza e la flessibilità è ridotta, abbiamo dolori muscolari.

Respirazione Orale

Normalmente dovremmo respirare dal naso dove l’aria che inspiriamo viene umidificata, risaldata, e purificata da polveri e batteri, così trasformata passa attraverso la faringe e la laringe nella trachea, poi nei bronchi e infine nei polmoni. Un’infiammazione acuta, momentanea delle vie aeree superiori, come un raffreddore, non desta preoccupazioni, ma problematiche che inducono una respirazione orale e che tendono a cronicizzare vanno risolte prima possibile.

Dal punto di vista pratico la respirazione orale sembra la soluzione più facile a un’ostruzione nasale, in realtà genera uno sforzo maggiore da parte di tutto l’organismo. L’aria non è più la stessa; il soggetto sarà più vulnerabile agli attacchi batterici con tutti i problemi infettivi che ne conseguono, i muscoli dovranno lavorare con meno nutrienti per compiere il loro lavoro e il soggetto sarà più affaticato e avrà meno energie da spendere. Anche in questi casi parliamo di una respirazione non fisiologica, non corretta che provoca seri problemi dentali e posturali e che ha bisogno di una rieducazione; nel bambino, come nell’adulto.

Nei bambini in fase di crescita la respirazione orale genera uno scarso tono muscolare dei muscoli facciali che può provocare anche: effetti sulla forma del viso, una bassa posizione della lingua con conseguente palato alto (che a sua volta invade e riduce ulteriormente lo spazio nasale interno) e una crescita della mandibola proiettata in basso e indietro. Spesso presentano i denti incisivi proiettati in avanti e/o con un morso anteriore aperto e un morso incrociato sui denti posteriori, possono presentare un sorriso molto alto che mostra le gengive, occhiaie scure, narici strette e labbra che si sigillano con difficoltà. Sono più frequentemente soggetti a soffrire, di tutte o in parte, di problematiche come: raffreddori, adenoiditi, otiti, tonsilliti, asma, allergie, stitichezza, mal d’auto, roncopatia (tende a russare), enuresi notturna (può fare la pipì nel letto mentre dorme). Naturalmente crescendo saranno maggiormente soggetti a laringiti, faringiti, infiammazioni gengivali diffuse a causa della bocca secca, e uno stato infiammatorio delle vie aeree e delle orecchie.

“La respirazione orale unita a disfunzioni neuromuscolari, soprattutto in soggetti sovrappeso, può portare a Sindrome dell’Apnea Ostruttiva del Sonno (OSAS)”.

A volte la respirazione orale si presenta in modo subdolo e si manifesta solo di notte. In età pediatrica i genitori devono osservare alcune caratteristiche, soprattutto se russa: può bagnare il cuscino con la saliva, può svegliarsi con la bocca secca e alito maleodorante, può svegliarsi di soprassalto per apnea notturna con fame d’aria, può svegliarsi al mattino con leggero mal di testa, ha poca voglia ad alzarsi indipendentemente da quanto abbia dormito.

“In presenza di uno o più di questi segni, che possiamo definire “patognomonici”, è opportuno un consulto per correggere le abitudini viziate e prevenire lo sviluppo delle patologie dovute alla respirazione orale”.

Arte, Scienza, Medicina

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