Igiene orale e Prevenzione

Igiene orale e “suo insospettabile coinvolgimento con importanti malattie sistemiche e in gravidanza”

D: “Una bocca non curata dal punto di vista igienico può avere ripercussioni sulla salute generale?”

R: “Sì. Noi siamo un sistema composto da varie parti: organi e apparati, e tutto lavora in sinergia, non a camere stagne, e dobbiamo averne cura. Siamo un organismo. La bocca è un grandissimo ricettacolo di batteri patogeni che possono entrare nel circolo ematico e raggiungere altri distretti del nostro corpo e colpirli”


Pensare che lavare i denti sia una semplice e noiosa manovra quotidiana poco utile, dal momento che essi sono racchiusi in un involucro (la bocca), che spesso copriamo con la mano per meglio nasconderli, è un gravissimo errore.

Proviamo a fare subito un po’ di chiarezza e iniziamo con il dire che una corretta igiene orale non migliora soltanto l’aspetto estetico dei denti, delle gengive e del volto in generale. Per quanto l’estetica della bocca sia un aspetto molto importante e rappresenti circa il 60% dell’estetica del viso, c’è dell’altro da prendere in seria considerazione.

Pulire bene i denti è un importantissimo atto di prevenzione, sia per il mantenimento di una bocca sana e bella, sia per il mantenimento di una omeostasi generale nei confronti di altri organi e apparati del nostro corpo.


D: “Come si riproducono i batteri?” E cosa formano nella bocca?”

R: “La riproduzione batterica è generalmente asessuata, avviene per divisione semplice (scissione) una cellula madre si divide e da luogo a due cellule figlie identiche. Nella bocca un insieme di batteri forma la placca batterica”


Un po’ più nello specifico

La placca batterica è un insieme di miliardi di batteri formata da molte centinaia di specie batteriche diverse che colonizzano normalmente e quotidianamente la nostra bocca e oltre a generare alcune forme di alitosi, produce gravi patologie.

Semplificando: nella bocca, tra la moltitudine batterica, sono presenti principalmente le specie di “streptococco mutans e lattobacillo”. Il primo lo possiamo considerare l’apripista, il pontiere che crea le basi per l’adesione del lattobacillo che consideriamo la fanteria d’attacco. Nella bocca però, abbiamo anche due sentinelle, la lingua e la saliva, oltre che un notevole esercito di difesa che se trattato bene funziona a meraviglia, ma se trascurato ci farà pagare un prezzo molto alto: la perdita dei denti, o comunque, l’obbligo a trattamenti odontoiatrici molto più complessi e più costosi.

Meglio prevenire, fin da bambini: è più economico.

“La natura ci ha fornito i denti per ben due volte, se non abbiamo capito come mantenerli, la terza dobbiamo pagarli”. (cit. anonimo. Un dentista)


D: “Come si sviluppa nella bocca il meccanismo d’attacco batterico?”

R: “I batteri vivono in ambiente acido e un minimo abbassamento del valore del pH salivare rende a essi l’ambiente molto favorevole per svilupparsi. Ricordiamo che nella nostra dieta generalmente troviamo molte sostanze che producono acido, soprattutto le zuccherine contenute in molti cibi e bevande. Altro lo producono i batteri stessi”


(pH = - log [H+]. Ovvero: l’inverso del logaritmo della concentrazione degli ioni idrogeno. In altri termini: determina il valore di acidità, neutralità o basicità di una soluzione. Il suo valore va da 0 a 7; dove 7 indica valore neutro, più scende sotto il 7 più la soluzione è acida, più sale oltre il 7 più è basica).

Nel dettaglio

(Brevi e semplici cenni)

Lo streptococco mutans, una volta insediato, produce dei polimeri che aderiscono ai denti formando un sottile biofilm che all’aumentare del numero dei batteri, aumenta il suo spessore (genesi della placca batterica), il quale permette ai batteri di aderire ai denti e quindi di evitare che i movimenti della lingua e la deglutizione della saliva li facciano precipitare nello stomaco dove verrebbero distrutti. Di questo ne approfitta la colonia di lattobacilli che vi si incunea e può liberamente proliferare, essendo un batterio anaerobico non ha bisogno di ossigeno. Quest’ultimo produce scorie acide (acido lattico) che abbassano il valore del pH della bocca creando così un ambiente acido favorevole alla colonizzazione di varie specie batteriche. Queste colonie producono alcuni enzimi che neutralizzano l’effetto delle cellule del nostro sistema immunitario nei loro confronti, dando così via libera al loro attacco alla salute della bocca e dei denti con tutto ciò che ne consegue anche a livello sistemico, e non limitato soltanto alla bocca. Più massiccia è la quantità di placca batterica e per più tempo rimane nella bocca, più efficace sarà il suo attacco contro la salute orale. Il nemico è la placca, non lo spazzolino! Né tantomeno il dentista con la sua igienista.


D: “Quindi l’attacco agli altri organi parte sempre dalla placca batterica presente nella bocca?”

R: “Non è proprio esatto! La placca è uno dei fattori di rischio. L’attacco alla bocca è diretto, e a volte devastante. Per gli altri organi i batteri devono trovare una via d’accesso, come il torrente ematico. Ma oltre alla saliva e alla lingua, come già accennato, abbiamo altre barriere come la pelle e le mucose che i batteri devono superare, ed è molto difficile per essi superarle se sono in buona salute. Gengive infiammate, ancor peggio se sanguinanti, aprono ai batteri le porte dei vasi sanguigni, che in questo modo, avrebbero maggiori possibilità d’invadere altri organi irrorati peggiorando patologie già in essere o, in alcuni casi, provocandone o manifestandone di latenti”


Conseguenze della placca batterica per la bocca e per altri organi

Nella bocca, se non rimossa quotidianamente, la placca calcificandosi produce: tartaro sopra e sotto gengivale, carie, e in progressione, gengivite, parodontite marginale, e poi parodontite profonda, (forse più conosciuta come piorrea) che a loro volta, se non trattate in tempo, portano alla perdita dei denti. A livello sistemico, è importante sapere che un accumulo di placca batterica può rappresentare un moderato fattore di rischio per diabete e malattie cardiovascolari. Molte ricerche negli ultimi 20 anni stanno dimostrando che la parodontite può avere un modesto ma significativo fattore di rischio nella formazione di placche ateromasiche e quindi può essere moderatamente associata all’aterosclerosi, all’infarto del miocardio e ad altri eventi cardiovascolari. (Scannapieco 2002). In seguito è stato evidenziato un incremento del 20% del rischio di malattie cardiovascolari in pazienti affetti da parodontite (metanalisi di Meurman et Al.). Inoltre, in gravidanza, la letteratura scientifica ha riportato che la parodontite è un serio fattore di rischio per nascite premature e sotto peso. In questo caso, quando possibile, è fortemente consigliata una visita preventiva dal dentista o comunque prima possibile durante la gravidanza stessa, per valutare l’eventuale presenza di placca batterica e la necessità di mantenere una bocca pulita per evitare questo rischio.


D: “Di fatto, se puliamo bene i denti utilizzando correttamente spazzolino, scovolino e filo interdentale, possiamo eliminare il rischio di tutte queste conseguenze?”

R: “Di certo si riduce in modo molto considerevole il coefficiente di rischio, ma i batteri sono estremamente piccoli e si annidano in ogni micro-spazio a loro disponibile, come nei solchi gengivali, dietro gli ultimi molari, in micro-concavità o ruvidità, tra l’affollamento dentale, in presenza di protesi non perfette ecc. sono zone molto difficili da raggiungere a casa: per scarsa competenza, per impossibilità di eseguire alcune manovre da soli per insufficiente strumentazione e per il rischio di procurarsi ferite. Un controllo con un eventuale richiamo d’igiene professionale periodico è consigliato per maggiore tranquillità."

Mantenere la nostra automobile pulita e in buone condizioni è buona cosa e ci fa risparmiare, ma un tagliando a scadenza porta gli esperti dove noi non sappiamo e non possiamo arrivare. Questo ci farà comunque stare più tranquilli ed eviteremo danni più gravi e più costosi


Informazioni cliniche

In conclusione: una buona igiene domiciliare consente di ridurre in modo molto significativo il rischio di carie e la perdita dei denti, e più moderatamente di contrarre o peggiorare alcune patologie sistemiche sopra accennate. Fermo restando il fatto che le manovre d’igiene domiciliare consentono di raggiungere la maggior parte delle zone accessibili con spazzolino, scovolino e filo interdentale, ma non di rimuovere tutta la placca batterica in zone inaccessibili, è necessario fare ricorso all’igiene professionale dal dentista, dove l’igienista provvederà a rimuovere tutti i pericolosi residui di placca batterica che altrimenti, nel tempo, provocherebbero infiammazione e formazione di tartaro sopra e sotto gengivale, fino a stimolare il sanguinamento: tragitto preferenziale per l’invasione batterica nel torrente ematico, sfruttato dagli agenti patogeni per raggiungere più facilmente gli altri organi.

Richiami d’igiene

Nei casi di buona igiene domiciliare, si ritiene comunque necessario sottoporsi a trattamenti di richiami d’igiene orale professionale ogni sei mesi, oppure ogni quattro, tre o due mesi a seconda della gravità del processo patologico orale e sistemico, o per i portatori di protesi dentali complesse, evitando così, oltre ai gravi rischi esposti sopra, anche ulteriori ingenti spese dal dentista.

In ultimo, ma non ultimo, è molto importante ricordare che una riduzione così drastica della flora batterica nel cavo orale minimizza, in proporzione al suo coinvolgimento, il fattore di rischio per le gravi malattie sistemiche sopra citate e protegge da superinfezioni in caso di malattie in atto. In presenza di queste patologie il dentista prescriverà una profilassi antibiotica al Paziente che andrà sottoposto al trattamento d’igiene orale. In alcuni casi, prima di iniziare, è opportuno un breve consulto con il cardiologo o altro specialista per ottimizzare la profilassi e per eventuali ulteriori terapie.

Recitando un vecchio, ma pur sempre valido adagio: “Prevenire è meglio che curare”.

Arte, Scienza, Medicina

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